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CAPITOLO 16

Aggiornamento: 30 apr 2021

DATA, 30/09/2264



Il mio primo giorno di lavoro da nuovamente tenente comandante è andato bene, sebbene questa mattina sia stato difficile essere lucidi.

La festa è stata stupenda, anche se si è protratta fino a notte inoltrata e non siano mancati i postumi dei tanti brindisi, per molti membri dell'equipaggio.

Comunque ci siamo divertiti e oggi è stato motivo di soddisfazione tornare a pieno titolo in plancia e respirare l'atmosfera dell'azione in prima persona.

Ultime 24 ore veramente al top!



DATA, 02/10/2264


Ore zero otto uno due attacco improvviso da parte dei Romulani all'Enterprise al confine della Zona Neutrale in un settore dove fino ad ora non si erano ancora visti i Falchi da Guerra.


Eravamo in allarme giallo già dalla giornata di ieri, ma questo attacco ci ha sorpreso per la sua rapidità e potenza. All’improvviso davanti a noi sono apparsi tre Falchi, il Capitano ha dato l’ordine «Allarme rosso! Tutti gli uomini pronti al combattimento!». Uhura ha diramato gli ordini all'equipaggio e io che sedevo alla postazione scientifica affianco a Spock, ci siamo guardati e nei suoi occhi ho visto i miei stessi pensieri: no, i sensori non li avevano rilevati. Quella dannata loro capacità di occultamento, ci aveva sorpreso e ora erano pronti a spararci addosso e noi, non ci saremo certo, tirati indietro!


«Su gli scudi!» ordinò Kirk.

«Scudi alzati, signore!» rispose Sulu, cercando con la sua voce di sovrastare l’ululato della sirena d’allarme. Poi, fummo colpiti e la nave sobbalzò, facendoci cadere dalle nostre postazioni e dalle consolle si sprigionarono delle scintille ed un fumo acre ed irritante, iniziò a diffondersi per la plancia, oscurando la vista e facendo lacrimare gli occhi.


«State tutti bene?» urlò Kirk cercando di rimettersi seduto sulla poltrona di comando, vicino a me Spock aveva azionato le ventole per l’aspirazione del fumo.

«Scudi di poppa al quaranta per cento e scudi di prua al cinquanta per cento, Capitano. Ci hanno sparato addosso tutti e tre contemporaneamente. Un’altro colpo e non avremo più gli scudi.»

«Grazie signor Spock, vorrà dire che saremo noi a colpire loro!»


«Capitano, là! Fra quelle due navi...vi è un varco!»

«L’ho visto tenente. Sulu, ci porti là.»


Ma il tenente Sulu non rispose, dov’era finito? Guardammo per terra e lo trovammo disteso sul pavimento privo di sensi, doveva aver sbattuto la testa al momento dell’attacco e ora la sua postazione era vuota.


«Cinquantasette secondi al prossimo attacco.»


C'informò Spock con il suo modo di fare imperturbabile, che era esattamente il contrario dell’umore di Kirk, che in quel momento stava fremendo per l’azione.


«Tenente Livingston vada lei al posto del tenente Sulu e s’infili nel varco!»


Eseguii l’ordine senza fiatare, consapevole di non avere l’abilità di navigazione di Sulu, avrei comunque dovuto portare a termine il mio compito e, fosse dovuta essere quella l’ultima cosa che avrei fatto nella mia vita, quella doveva farla.


«Velocità curvatura due punto uno.»


Pazzia! Infilarsi in quello stretto varco a quella velocità, con gli scudi così danneggiati, sarebbe bastato solo sfiorare una delle due navi romulane, per saltare in aria.


«Velocità due punto uno, signore.»


La nave la sentii accelerare di colpo, vidi le stelle saettare sullo schermo ed i Falchi avvicinarsi sempre di più, sempre di più, sempre di più!


«Signore ci passeremo solo a coltello fra quelle due navi!»

«Lo faccia! Uhura comunichi a tutto l’equipaggio di aggrapparsi a solidi sostegni!»


Non udii nient'altro, il tempo mi parve dilatarsi all’infinito, vidi come se fosse un’altra persona a vedere le mie mani muoversi sui comandi, sentii la nave inclinarsi, la strumentazione riportava un’inclinazione di centotrenta gradi, sperai fosse sufficiente.

Feci per inumidirmi le labbra, ma mi accorsi di essere senza saliva.

Tornai a concentrarmi sullo schermo e vidi i fianchi dei due Falchi passarci accanto, tesi l’orecchio pronta ad udire un qualche contatto nave contro nave, ma non udii nulla.


«Tenente, riporti la nave in assetto normale e viri senza decelerare di centottanta gradi a babordo e poi si fermi!»

«Sì, Capitano!»

«Ci spezzeremo in due, Capitano!»

«Guardiamarina Checov, non accadrà!»


L’Enterprise con uno stridio strutturale che minacciava di spezzarla in due come pronosticato da Chekov, tornò nella sua posizione e a velocità di curvatura due punto uno, virò di centottanta gradi a babordo e si fermò. Io e Chekov di guardammo per un attimo sorridendoci: eravamo ancora vivi.

Tornai a guardare lo schermo e caspita! Ci trovavamo alle spalle delle navi nemiche, possibile che non si fossero accorte della nostra manovra?


«FUOCO!»


 

L’ordine perentorio del Capitano mi tolse dai miei pensieri e poi feci fuoco sulle disorientate navi romulane che una dopo l’altra in accecanti lampi di luce, esplosero, lasciando al loro posto detriti simili ai carboni ardenti e lingue di plasma di varie sfumature.

Nella plancia irruppero grida di gioia, mi voltai sorridendo ai miei compagni, poi vidi Sulu ancora per terra, mi avvicinai a lui e sentii il Capitano chiamare «Dottor McCoy qui Kirk, venga in plancia e rapporto feriti.»


Aveva appena chiuso la comunicazione con l’infermeria che ci fu un’altro trillo


«Qui Scotty. Capitano che è successo? Un’altra manovra come quella è addio Enterprise!» Percepii il Capitano sorridere «Danni ai motori signor Scotty?»

«No, ma dannazione non faccia mai più pilotare Sulu in quel modo!»


Mi voltai verso il Capitano e lo vidi guardare verso di me, che stavo inginocchiata accanto a Sulu tenendogli la testa «Non era Sulu al timone, ma la tenente comandante Livingston.»


«Oh, capisco… beh, non faccia più pilotare nessuno in quel modo! I miei bambini quaggiù soffrono! Poveri i miei cristalli!»


«Problemi ai cristalli di dilitio, Scotty?» chiese con tono lievemente allarmato Kirk.

«No, ma non fatelo più Capitano.»

«Va bene Scotty promesso. Kirk chiudo.»


Stava sorridendo, ma il sorriso gli svanì dalle labbra quando dal turboelevatore uscì il Dottor McCoy con la sua aria imbronciata e pronta a dare battaglia.


 

«Dannazione Jim è così che ordini ora di guidare una nave?!»

«Feriti dottore, fra l’equipaggio?»

«No, nulla di grave solo qualche lieve contusione. Chi è il ferito qui?»


Il Capitano indicò Sulu ancora incosciente sul pavimento. McCoy si portò affianco a me e lo vidi passare sopra al corpo di Sulu lo scanner.


«Nulla di grave, ha solo picchiato testa e schiena violentemente. Bisognerà portarlo in infermeria.»

«Qui Capitano, due uomini della sicurezza in plancia, vi è un ferito da trasportare in infermeria.»


McCoy si alzò e mi alzai anch'io riportandomi alla postazione scientifica, Kirk con lo sguardo dovette avermi seguito perché disse «Tenente Livingston scansioni la nave e mi faccia rapporto dei danni.»


«L’ho già fatto io Capitano ed a parte gli scudi che torneranno operativi al cento per cento fra quattro ore e trentadue minuti ed alcune consolle a cui saranno da sostituire i circuiti, non ho rilevato altri danni.»

«Molto bene signor Spock. Tenente Livingston dia una mano con le riparazioni. Spock, come mai i nostri sensori non hanno rilevato le navi romulane?»


Spock si avvicinò alla poltrona del capitano e assumendo la sua solita posa, con le mani dietro alla schiena iniziò a spiegare «Il sistema di occultamento dei Romulani è molto efficace, i sensori non hanno notato nessuna distorsione o emissione di plasma.»


Bones interruppe Spock intervenendo alla discussione, ora che Sulu era stato portato in infermeria ed era stato affidato alle cure dell'infermeria Chapel, lui poteva concentrarsi sul rapporto di Spock e magari trovare qualche appiglio per pungolarlo com’era solito fare.


 

«Quindi Spock lei sta dicendo che non solo i migliori sensori della Flotta Stellare non sono riusciti ad individuare tre navi romulane, ma che pure due cervelli vulcaniani non sono riusciti a trovare il modo di migliorare i sensori?»


Dalla postazione scientifica mi limitai a roteare gli occhi verso l’alto e a ruotare la sedia verso i comandi e il visore. McCoy aveva appena iniziato le sue stoccate e la cosa prometteva di andare per le lunghe. Sentii alle mie spalle Spock rispondere, nel modo vulcaniano che s’intende rispondere sospirando, che per gli umani è indistinguibile dal rispondere con paziente pacatezza, ma che per l’udito più sensibile, invece è proprio il sospiro di chi si arrende all’inevitabilità di un avvenimento e quell’avvenimento per Spock, erano le frecciatine illogiche, del Dottore.


«Dottore i sensori non si possono migliorare dalla postazione scientifica e non si possono migliorare di certo nell’imminenza di un attacco. Comunque, ho provveduto al momento dell’esplosione delle navi romulane a raccogliere alcune tracce quantiche del plasma che è andato dissolto e ho già chiesto al tenente Uhura d’inviarlo alla Flotta Stellare perché lo esaminino. Se gli esami di quelle tracce quantiche riveleranno qualche indicazione utile, per individuare le navi romulane anche durante il loro occultamento, allora i nuovi sensori saranno programmati per scovarle.»


«Sì certo e noi intanto, ci facciamo cogliere di sorpresa col rischio di finire ad essere un mucchio di particelle sparse nello spazio!»


«Dottore, noi intanto possiamo studiare le immagini registrate dai nostri sensori e individuare qualche falla nel loro sistema di occultamento, in modo da non farci trovare impreparati come in questa occasione.»

«Jim dimmi chi ha guidato la nave se Sulu era svenuto?»


«È stata la tenente comandante Livingston a prendere in mano il timone. Complimenti tenente, ha governato la nave in modo eccellente. Non era una manovra facile, ma lei ci è riuscita.»


Mi voltai verso la loro direzione e ringraziai il Capitano con un cenno del capo ed un leggero sorriso sentii formarsi sul mio volto.


«Spock non si sente un po’ invidioso di sua sorella? Oggi è stato messo un po' in ombra, non le pare?»

«Dottore i vulcaniani non provano invidia. Sono invece soddisfatto per T’Ile, non era affatto facile da eseguire quella manovra.» Rispose Spock senza cadere nella provocazione di McCoy e quest’ultimo rincarò la dose

«Poteva ucciderci tutti! Jim, come ha potuto autorizzarla, non c’erano altre soluzioni?»


«Bones quella era l’unica ed è stata T’Ile ad indicarmela.»


 

Bones e Kirk si guardarono, Bones era accigliato, mentre Kirk aveva quel suo sguardo da vecchia volpe, che aveva ancora il gusto del l'adrenalina del rischio corso in bocca e, dal suo sguardo compiaciuto, quel gusto gli piaceva assai.


Bones che doveva averlo capito lo guardava scettico, mentre Spock impassibile guardava le stelle sullo schermo. Accorgendomi che mi stava venendo da ridere, mi rivolsi nuovamente verso la consolle, cercando di ritrovare un certo contegno.


«T’Ile sarebbe da tirarti le orecchie non da farti i complimenti!»


Mi voltai e lo vidi che mi guardava con un’espressione belligerante coi pugni chiusi, mentre teneva le braccia rigide lungo il corpo, in una posizione che il collo stava leggermente in avanti, a causa della postura delle spalle. Lo guardai e poi guardai la calma serafica di Spock e decisi d’imitarlo.


«Dottore, si calmi, certo è stata una manovra azzardata, ma è andato tutto bene e poi dalla nostra parte avevamo una percentuale dello zero virgola venticinque per cento che quella manovra riuscisse alla perfezione.»


Bones rimase interdetto, face per aprire la bocca e dire qualcosa, ma poi la richiuse, guardò Kirk e quest’ultimo si limitò a sorridergli osservando con curiosità i suoi movimenti. Poi, guardò Spock che in risposta al suo sguardo gli rispose con un'alzata del sopracciglio e poi guardò nuovamente verso di me che replicai il movimento espressivo di Spock.


Alla fine sbottò «Ma andate all’inferno!»


Con quelle parole lasciò la plancia, nella quale scoppiò una risata generale, tranne Spock che si limitò ad alzare un sopracciglio.



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