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CAPITOLO 38

DATA, 25/04/2265


«D-Dove sono?»

«Sei sull’Enterprise.»

«Sull’Enterprise? È impossibile! Non ero morta?»

«Quasi sicuramente, ma comunque viva.»

«Voi siete McCoy?»

«A meno che non mi crediate un angelo, sì sono McCoy.»

«Non credo vi siano orecchie a punta in Paradiso, vero Spock?» feci per ridere, ma un dolore al viso mi bloccò tale movimento e mi accorsi di avere il volto bendato.


«Che è successo?»

«Siete viva per miracolo e sinceramente con quello che avete passato, mi chiedo come possiate ancora esserlo.»

«Il tricorder!»

«Sì, ha registrato ogni cosa.»

«Avete visto Spock quell’eccezionale computer?!»

«Sì, se non lo avresti distrutto, ci avrebbe prosciugato di ogni energia.»

«Quindi non emetteva energia, ma l’aspirava!»

«In realtà faceva entrambe le cose.»

«Come lo hai scoperto?»

«Ho fatto alcune analisi e...»

«E basta! La mia paziente ha bisogno di riposare. Spock, uscite dall’infermeria. Continuerete la vostra conversazione più tardi.»

«Ma Bones, io vorrei sapere...»

«Più tardi. Ora riposate.»

«Prima voglio sapere la verità sulle mie condizioni fisiche.»


Bones, mi scoprì dalle coperte e io mi potei vedere grazie ad uno specchio, come fossi fasciata.


«Sembro una mummia egizia!»

«Abbiamo dovuto operarti d’urgenza e alcune parti di tessuto le abbiamo dovute ricreare in laboratorio per trapiantarle, al posto del tessuto asportato.»

«Che ne sarà del mio volto?»

«Tornerà come prima.»


Vidi però un’ombra, passare sul viso di McCoy.


«Ma?»

«Ma, cosa?»

«Bones, mi accorgo quando mi state nascondendo qualcosa.»


Emise un sospiro, poi aggiunse: «Le orecchie versavano in brutte condizioni, non credo che le potremo salvare. Probabilmente te le dovremo ricostruire totalmente in laboratorio e poi fare un trapianto.»

«C’è altro?»

«Sì, mi preoccupano i polmoni. Hai respirato aria molto fredda e per molto tempo.»

«Caspisco… E la mia squadra come sta?!»


Me ne ricordai in quel momento e l’esclamazione mi fece tossire violentemente facendomi indolenzire l’intero torace e fu con preoccupazione che vidi del sangue verde, macchiare il fazzoletto che McCoy mi porse. Lo guardai e a fatica gli chiesi: «Che vuol dire?»

«Il freddo ha lesionato i bronchi. Per un tempo medio lungo, dovrai evitare sforzi fisici e non dovrai affaticare o sforzare la respirazione.»

«Tempo medio lungo, sarebbe?»

«Dai due ai sei mesi, dipende da quanto, saprai prenderti cura di te stessa.»

«Quindi niente corsa, niente allenamento e niente servizio. Ottimo!»

«In realtà solo niente corsa. Allenamento solamente leggero, che non porti affaticamento e servizio sì, purché tu sappia moderarti.»


«Ma Chekov, Sulu e gli altri due ragazzi della sicurezza come stanno?»

«Con loro hai fatto un buon lavoro con le coperte e il riscaldamento delle rocce. Purtroppo Kevin non ce l’ha fatta, quando lo abbiamo teletrasporto a bordo era già deceduto. Stessa sua sorte sarebbe toccata a te, se Spock non avesse localizzato il segnale di emergenza del tricorder.»


«Quindi su quattro, tre sono tornati vivi e stanno tutti e tre bene?»

«Sì, infreddoliti ma in buona salute.»

«Quando li avete recuperati?»

«Quando è cessata la fonte di energia. Poi, Spock mi ha detto di aver visto sullo schermo una forte esplosione, confermata dai sensori e ha iniziato a cercarti con essi. Dopo una mezz'ora ha captato il segnale di emergenza del tuo tricorder e ti abbiamo teletrasporto a bordo, priva di sensi. Se non fosse stato per le condizioni meteo avverse, a trovare quel dannato computer infernale ci avreste messo un’ora e mezza, invece alla cieca ci avete messo delle ore interminabili. Da dove vi eravate rifugiati al luogo del computer ci avreste messo venti minuti invece, dell’ora che ci hai messo tu.»

«Bones, ho fatto il possibile...»

«Hai fatto molto di più. Ora, riposa.»


E con un'iniezione mi mandò nel mondo dei sogni.



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