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IL PIANETA VULCANO

Aggiornamento: 23 mar 2021

DATI FISICI



Vulcano è il secondo pianeta del sistema di 40 Eridani e orbita intorno alla stella A del sistema. È un pianeta di classe M 5 (torrido) ed è l'unico abitabile del sistema.

Vulcano compie un'orbita completa in 177 giorni (periodo di rivoluzione) e ruota su se stesso in poco più di 27 ore (periodo di rotazione).


Dunque l'anno vulcaniano è più breve di quello terrestre, mentre accade il contrario per il suo giorno. La sua massa è pari a 16x1024 Kg e il suo raggio è 8900 km. È più pesante della Terra e ciò spiega la sua gravità, superiore a quella del terzo pianeta di Sol (1.4 volte la gravità terrestre).


La sua distanza media dalla stella principale è di circa 83 milioni di chilometri: il suo periastro (il punto più vicino alla stella) si trova a 79 milioni di chilometri da 40 Eridani A, mentre il suo afastro (il punto più lontano) si trova a 87 milioni di chilometri.


Vulcano dista dalla sua stella poco più della metà della distanza tra Sol e il suo terzo pianeta. Ciò spiega come mai Vulcano abbia una temperatura media così elevata, nonostante la sua atmosfera più rarefatta (mancanza di effetto serra) e nonostante il tipo spettrale della stella principale, la cui temperatura superficiale è di "soli" 5000° Kelvin.


 

EVENTI REMOTI: L'ASTEROIDE


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Il pianeta Vulcano ha circa 6 miliardi di anni standard.

Anticamente la sua struttura superficiale era decisamente differente: la superficie era fatta come la cassa di una chitarra, con uno strato superficiale arido (poroso solo in certe zone), che proteggeva e nascondeva uno strato fortemente poroso, che fungeva da cassa armonica per i movimenti di una notevole massa d'acqua. Quest'acqua non risaliva praticamente mai in superficie, se non in zone particolari.


Questo ambiente giustifica un'atmosfera irrilevante nel periodo preistorico, in quanto l'assenza dell'acqua ha impedito i classici cicli dell'ossigeno e dell'azoto. Questo significa pure che il pianeta, agli inizi, era praticamente inerte e non subiva neppure alcun fenomeno di vulcanesimo.


È stato stabilito inoltre che la sua orbita era decisamente più lontana dal suo sole e che la temperatura media del pianeta era di molto inferiore all'attuale. Questo fa sì che all'altezza dei poli vi fosse la presenza di masse ghiacciate, dovute alla risalita e al congelamento dell'acqua nei substrati del suolo.


Ad un certo punto della storia di Vulcano un asteroide di grosse proporzioni, proveniente dalla fascia più vicina, ha sfiorato il pianeta, intercettandone l'orbita (secondo i ricercatori dell'Accademia delle Scienze di Vulcano, un asteroide come quello nella foto sarebbe la causa dei cambiamenti avvenuti sul pianeta miliardi di anni or sono).


Questo ha comportato i seguenti macro-cambiamenti:

  1. l'orbita del pianeta è diventata molto più vicina al suo sole

  2. l'asse del pianeta ha cambiato inclinazione, portando i poli antichi ad essere a latitudini molto più calde

  3. il primo strato di crosta è crollato parzialmente sul secondo, liberando l'acqua.


L'antica pangea, a causa dello scorrimento delle acque sotterranee, presentava lungo gli attuali margini cratonici una fascia di rocce sedimentarie chimiche, cioè con temperatura di fusione molto bassa. Questa zona è stata il binario di scorrimento per la separazione dei continenti al passaggio dell'asteroide.

Attualmente il pianeta non ha calotte polari e l'inclinazione del suo asse rispetto all'eclittica è virtualmente nullo.


 

IL CLIMA


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Il clima vulcaniano non è diversificato in passaggi stagionali: ciò è dovuto al fatto che l'asse del pianeta ha un'inclinazione minima sul piano orbitale (poco più di 1°). Le piccole variazioni "stagionali" sono causate infatti dall'eccentricità dell'orbita di Vulcano attorno al suo sole. Per convenzione si definisce comunque estate il periodo dell'anno leggermente più caldo in corrispondenza del passaggio al periastro. Questo comporta una differenziazione climatica minore rispetto alla Terra.

Le temperature delle zone desertiche durante la giornata vanno dai 43 °C ai 52 °C, con punte che toccano i 65 °C. Durante la notte possono scendere fino a 7 °C , indicando così una grossa escursione termica giornaliera. Nelle zone polari la temperatura diurna si aggira intorno ai 25 °C e non scende mai sotto lo zero.


Nelle zone desertiche le piogge sono assenti per tutto l'anno. La presenza di oasi è consentita solo grazie al tipico doppio strato della crosta planetaria, che permette l'esistenza di sacche di acqua: qui le piante attecchiscono al terreno desertico dando vita alle oasi.


Le zone temperate hanno un clima che ai terrestri può sembrare equatoriale, ma che in realtà comporta un minore tasso di piovosità (le precipitazioni si concentrano in un periodo di 6 settimane immediatamente seguente la fine dell'estate). In queste zone la vegetazione è abbondante ed è generalmente qui che i non vulcaniani si trovano maggiormente a loro agio durante il loro soggiorno sul pianeta.


Le aree vulcaniche possono essere attive, come il Monte T'Arhana, il triplo picco di

T'Raan, T'Riall e T'Regar nella regione di Raal, o la "Piana di Fuoco" (zona mineraria e di interesse turistico per la presenza di meravigliose formazioni cristalline multicolori) oppure dormienti da secoli come le vaste distese di lava del deserto di Cheleb-Kor.

Nelle aree vulcaniche attive il clima desertico è inasprito dalle colate laviche che alzano la temperatura fino alle punte di 65 °C e, contemporaneamente, appesantiscono localmente l'atmosfera con le esalazioni di vapori e zolfo.


 

GEOGRAFIA GENERALE


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Il pianeta si presenta strutturato in due grossi continenti e un continente-isola.


Il primo, chiamato Na'Nam è sede di tutte le città principali:

  • La capitale Shir-Khar, situata come Xhir-Ahl nella regione di Shi'al (nella zona equatoriale);

  • Kir, situata nell'omonima regione, famosa per la presenza delle Grotte di Kulvir;

  • Ta' Vistar, nella regione settentrionale del Tat'Sahr; Xen' Tal nella parte meridionale della regione di Gol;

  • Vulcana Regar, nella regione di Raal.


In questa zona si è sviluppata l'unica popolazione vulcaniana con caratteri somatici marcatamente differenti e con una pigmentazione della pelle molto più intensa.



I visitatori che transitano nel deserto di Xial restano affascinati dalla visione del maestoso Monte Seleya, cuore della mistica vulcaniana.




Il secondo continente, Han-Shir, è l'esempio migliore di come i Vulcaniani abbiano posto la massima cura nel preservare l'integrità dell'ambiente; la maggior parte di questo continente è infatti adibita a parco naturale o riserva integrale: l'area protetta costiera di T'Ralor da sola enumera tra i suoi "ospiti" più di 100 specie altrove in estinzione.


Tre i centri abitati di un certo rilievo:

  • Da-Leb,

  • Kwil'Inor

  • Vulcinis.


 

GEOLOGIA: LA DERIVA DEI CONTINENTI


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La crosta planetaria presenta tre continenti di diverse dimensioni. I mari sono nati da una espansione dovuta allo slittamento della crosta cratonica sopra il mantello.


Bisogna poi considerare anche l'importante fatto che non esistono rilievi lungo le faglie attive sui margini cratonici. Questo fatto, implica un'orogenesi anomala e in alcuni casi assente. Inoltre, l'atmosfera del pianeta è piuttosto rarefatta, il che fa pensare che si tratti di un'atmosfera giovane, un dato in contrasto con l'età del pianeta stesso.

Questo particolare è fondamentale nella deriva dei continenti, perché la deriva è generalmente accompagnata da grossi cambiamenti atmosferici e ingenti liberazioni di gas. Di conseguenza, gli scienziati sono concordi nel ritenere che la genesi di Vulcano sia stata molto atipica.


TETTONICA SENZA MONTAGNE


L'espansione non è simmetrica: Na' Nam è una placca ferma, non delimitata da faglie attive se non in un passato remotissimo, che quindi non presenta rilievi costieri interessanti. Han-Shir invece ha subito più espansione e compressione, per fenomeni di subduzione e sprofondamento contemporanei.


Le rocce della sua parte cratonica più esterna sono di tipo sedimentario chimico molto particolare. Hanno una temperatura di fusione molto inferiore ad altre rocce presenti nello stesso posto e hanno una struttura chimica abbastanza rigida, che le organizza (anche se si tratta di sedimentarie) in pacchetti non eccessivamente compattati.

Al momento della loro fusione, per esempio ai margini cratonici attivi, strati chimicamente compatibili fondono contemporaneamente subendo un processo metamorfico che viola la loro struttura cristallina e inserisce una struttura nell'altra (un po' come accade con lo zucchero sciolto in acqua).


Da ciò, il loro volume diviene circa un terzo e la loro densità triplica. Questo fa sì che durante la risalita si appesantiscano e giungendo in superficie non formino montagne rilevanti, ma anzi, essendo decisamente più pesanti delle rocce intorno, premono lungo la placca cratonica e la comprimono.


A loro volta poi queste rocce sprofondano nuovamente nella faglia attiva: il risultato è che il secondo continente va riducendosi. L'intero processo inoltre non implica la liberazione di gas, ma avviene a causa di legami chimici particolari che si instaurano tra elementi di tipo non metallico.


LA CROSTA PLANETARIA


La superficie del pianeta è formata da tre tipi di rocce principali, tutti con quantità di metalli piuttosto scarse.

  1. Rocce pesanti: densità 5 g/cm3, temperatura di fusione tra i 1000 e i 1200 °C

  2. Rocce medie: densità 3,5 g/cm3, temperatura di fusione tra i 600 e gli 800 °C

  3. Rocce leggere: densità 2,6 g/cm3, temperatura di fusione circa di 200 °C

Il primo continente (Na' Nam) è formato in prevalenza da rocce medie, ma ha anche delle sacche di rocce leggere, mentre il secondo (Han-Shir) è formato da rocce leggere e da rocce medie in prevalenza disgregate e porose.


È perciò più mobile e più leggero. Nei punti dove il primo continente ha sacche di rocce leggere, con temperatura di fusione più bassa, si ha elevata risalita di magma dal mantello e notevoli fenomeni di vulcanesimo anche all'interno della placca cratonica (come si può notare da queste due immagini della Piana di Fuoco).


Il fondo marino è formato essenzialmente da rocce di tipo pesante, in cui i metalli sono più presenti.

Ci sono poi dei coni di roccia di tipo ultrapesante, molto ricchi di metalli, che spuntano come scogli sul fondo marino e che interferiscono con lo scorrimento lineare della dorsale. Tali scogli si sono formati per spinte compressive nelle celle del mantello dovute allo spostamento dell'asse del pianeta.


La linea della dorsale è molto vicina al primo continente e spinge costantemente verso il secondo.




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Fonte: USS Seleya

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