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LUNGA VITA E PROSPERITÀ: IL SALUTO DEI VULCANIANI

Aggiornamento: 23 mar 2021

"Pace e Lunga Vita" è la frase con cui inizia il saluto vulcaniano da parte di una persona e poi l'altra di risposta lo conclude "Lunga Vita e Prosperità". Le mani di entrambi stanno aperte nella famosa 🖖🏻.

Com'è nato il saluto vulcaniano e cosa rappresenta?

Tutto è nato quando Leonard Nimoy era bambino e si trovava in una sinagoga di Boston con la propria famiglia: durante una funzione religiosa, cinque o sei persone hanno iniziato a cantare una preghiera ebraica, la Shekhina. I fedeli avevano le braccia protese verso il pubblico e con le mani che facevano quello che sarebbe diventato il "saluto vulcaniano".

«Speravo di poter trovare qualche tipo di contatto che potesse sviluppare la storia dei vulcaniani, la loro sociologia, qualsiasi cosa - ha spiegato Nimoy - Quel gesto è decollato nella cultura popolare, era pazzesco: pochi giorni dopo che l’episodio andò in onda me lo vedevo fare per strada. La gente lo faceva rivolto a me, salutandomi con il gesto vulcaniano. Una cosa notevole! È stato così fino ai giorni nostri, quasi cinquant’anni dopo la gente lo fa ancora. Tocca la corda magica; la maggior parte della gente oggi non sa che cosa vuol dire, non si rendono conto che si stanno benedicendo l'un l'altro con questo gesto.»

Il "saluto vulcaniano" nasce per l'episodio TOS ( = The Original Series) "Amok Time" (Il Duello), scritto da Theodore Sturgeon e di quest'ultimo sono le parole "Lunga Vita e Prosperita".

L'idea del gesto associato è invece di Leonard Nimoy e secondo quanto lui stesso racconta si ispira alla tradizione ebraica, l'interprete di Spock, infatti, e' un cohen.

Tale termine identifica i discendenti maschi di soli discendenti maschi di Aronne (al plurale Cohanim) e il "saluto vulcaniano" deriva proprio dal gesto che compiono i cohanim durante la benedizione stendendo le palme di entrambe le mani, con i pollici allungati in fuori ed il medio e l'anulare separati in modo che ciascuna mano formi due lettere V.

Questo gesto simboleggia la lettera ebraica shin, la prima lettera della parola Shaddai, che si traduce come Signore.


Ecco il testo italiano della Benedizione dei Cohanim secondo il rito sefardita (ovviamente essa viene usualmente recitata in Ebraico). Prima di iniziare la benedizione i cohanim recitano questa preghiera col viso volto verso l'Arca santa e volgendo le spalle al pubblico

Se è presente un solo cohen, la benedizione inizia subito. Se ce ne sono due o piu' il cantore li chiama dicendo: "cohanim".

Quindi essi recitano la benedizione:

"Benedetto tu C, nostro Dio, Re del mondo, che ci ha santificati con la santità di Aronne e comandato benedire il suo popolo Israele amore".


(L'assemblea risponde): "Amèn".

(Il cantore suggerisce ogni parola ai cohanim, che dopo di lui ripetono): "Ti benedica ___ e ti custodisca".

(L'assemblea risponde): "Amèn".


"Faccia ___ risplendere il suo volto su di te e ti conceda grazia".

(L'assemblea risponde): "Amèn".

"Rivolga ___ il suo volto verso di te e ti dia pace".


(L'assemblea risponde): "Amèn".

Dopo la benedizione i cohanim rivolgono il loro viso verso l'Arca santa e dicono a bassa voce: "padrone dei grandi mondi, abbiamo fatto cio' che hai stabilito per noi; mantieni la tua promessa, guardaci dalla santa residenza nel cielo e benedici il tuo popolo Israele".

La benedizione puo' essere recitata dal cantore, quando la comunità sia priva di cohanim, ma allora essa assume una forma diversa.


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